Economia

Vendite natalizie e saldi: il punto della Confesercenti

Saldi - commercio

[thumb:5004:r:t=Commercio]Savona. “Le vendite non sono andate bene, c’è poco da fare…”, così il presidente provinciale della Confesercenti di Savona Franco Zino commenta il bilancio del commercio savonese appena trascorse le festività natalizie, e da quando, il sei gennaio, tra i “mugugni” generali, sono scattati i saldi invernali.
“Abbiamo registrato dei cali negli acquisti rispetto all’anno scorso, sintomo della crisi economica generale e della contrazione dei consumi che si è avuta anche nel periodo di Natale – afferma Zino – Il dato è questo: abbiamo avuto di fatto lo stesso numero di scontrini, ossia le vendite hanno mantenuto gli stessi numeri dell’anno prima, ma è la ‘media-scontrino’ che è purtroppo diversa. E cioè i grossi acquisti, per i commercianti fonte maggiore degli introiti auspicati nel periodo natalizio, non ci sono stati: il dato è semplice… Il potere d’acquisto è troppo basso, i costi del lavoro gravano troppo sulle aziende e di conseguenza gli stipendi sono bassi, è un andamento che indubbiamente va interrotto con diverse politiche nazionali”.
Tra i settori che hanno tenuto di più quelli legati alla telefonia, all’elettronica e l’informatica, trend negativo per abbigliamento, calzature, accessori, eccetera, insomma diversi segmenti importanti del commercio, quelli, secondo Zino, maggiormente colpiti dall’imminente inizio dei saldi invernali. E proprio sui saldi il presidente provinciale rilancia la necessità di un cambio di rotta nella legge regionale sul commercio.”I primi giorni di saldi sono andati certamente bene, ora sì che, ad esempio nell’abbigliamento si stanno vendendo alcuni capi importanti così come per altri prodotti in altri segmenti commerciali, ma il suo effetto dura al massimo due settimane e non i 45 giorni come prevede la legge. Bisogna ricordare come il commerciante non faccia business con i saldi, bensì è un momento in cui liberare magazzini da un sovrappiù di merce”, sottolinea Zino, che conclude: “Per noi è troppo presto il sei gennaio proprio perchè si chiamano saldi invernali. Il sei gennaio non è la fine della stagione invernale e questo resta il punto. Quindi la richiesta è che la Regione disciplino solo il periodo in cui non si possono fare i saldi e regolare le stesse vendite promozionali di stagione, ma lasciando il resto alle esigenze aziendali dei commercianti e degli esercenti”.

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