Savona: il WWF sulla questione rifiuti

Savona. In riferimento alle proposte emerse su organi di stampa riguardo la realizzazione di un termovalorizzatore e impianti per il trattamento e il recupero dei rifiuti (CDR), quali ad esempio quello proposto nel Comune di Balestrino nella cava Comito di località Rio Fontanagrossa, il WWF di Savona riporta il contenuto di un documento di posizionamento a livello nazionale: “…La complessa gestione del rifiuto deve essere svolta nel rispetto di diversi principi comunitari: principio di integrazione tra le politiche di tutela dell’ambiente e gli altri settori, di precauzione, di prevenzione, di “chi inquina paga”, nonché dei principi di responsabilità individuale, di responsabilità condivisa, di prossimità e di “governance”. I costi di smaltimento devono essere interamente coperti da colui che crea il rifiuto e l’addebito degli stessi deve emergere in maniera chiara e trasparente, sia nella catena di produzione che nelle tariffe pubbliche. Devono, pertanto, essere sostenute e incentivate tutte le azioni utili per il conseguimento degli obiettivi posti dalle direttive comunitarie, nel rispetto della gerarchia delle modalità di gestione dalle stesse indicata, che tendono alla realizzazione di un sistema produttivo senza rifiuti”.
“Restando valido l’assunto che “il miglior rifiuto è quello non prodotto”- prosegue il WWF sezione di Savona -, si ritiene opportuno effettuare un salto culturale nella definizione di rifiuto, limitandola al concetto della non ulteriore riutilizzabilità dei materiali; verrebbe così ad essere destinato allo smaltimento solo ciò che, per le sue caratteristiche fisiche e chimiche, o per la sua ridotta quantità, non è più interamente ed immediatamente utilizzabile in attività umane o cicli naturali. In sintesi il rifiuto da smaltire costituisce l’espressione di una cattiva progettazione industriale o di un’errata modalità di consumo (vedi inceneritori e CDR). A tale scopo deve essere promosso e attuato uno sforzo, anche da parte delle amministrazioni pubbliche, per indirizzare le scelte produttive verso un modello economico basato sulla valorizzazione delle risorse, sulla smaterializzazione dei consumi e sulla sostenibilità ambientale”.
Il WWF Italia riconosce il raggiungimento dell’obiettivo “rifiuti zero” quale fattore di sostenibilità ambientale, un obiettivo che si articola: la priorità deve essere riconosciuta alla diminuzione della pericolosità e della quantità dei rifiuti; recupero e riciclo dei rifiuti; azzerare lo smaltimento.
“Per il conseguimento di questo obiettivo – sottolinea il WWF -, dovranno altresì essere eliminate tutte le forme dirette o indirette di incentivo o di sussidio a favore degli impianti di smaltimento o dell’esercizio dei medesimi (vedi inceneritori e CDR). Dovranno, pertanto, essere impostate politiche fiscali tese a scoraggiare il ricorso a detti impianti o pratiche ed avvantaggiare la riduzione della produzione dei rifiuti o del recupero dei medesimi”.
“Intanto – conclude il WWF -, si auspica che entro il 2020 venga raggiunto l’obiettivo rifiuti-zero perlomeno riguardo ai rifiuti solidi urbani e a quelli a loro assimilati. Nella fase transitoria, ai fini dell’individuazione di eventuali impianti di smaltimento si dovrà tener conto innanzitutto della loro indispensabilità in riferimento al caso concreto. Per Savona ed in generale tutta la Regione si ritengono non attuabili impianti e/o prodotti destinati a qualsiasi forma di incenerimento”.

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