Mons. Vittorio Lupi ordinato nuovo vescovo di Savona-Noli

[thumb:5294:l]Sanremo. “Ora mi attende una chiesa gloriosa, ricca di santi e di Papi. In questi giorni ho ricevuto tante lettere da Savona di sacerdoti e fedeli, ricche di affetto donato gratuitamente. Prima ancora di conoscerli ho capito in loro che c’è una grande attesa. Sono gratificato ma al tempo stesso anche preoccupato, perché so che il compito che mi aspetta è impari alle mie forze, ma so di poter contare sul sostegno e sulla preghiera di tante persone”. Sono le parole pronunciate con commozione da monsignor Vittorio Lupi, ordinato nuovo vescovo di Savona Noli in una cerimonia, a Sanremo, presieduta dall’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
Il freddo è palpabile, dopo quasi tre ore di Eucaristia presieduta concelebrata da diciotto vescovi. Ma l’atmosfera si scalda quando monsignor Lupi, sulle note dell’inno “Acclami la terra”, passa in mezzo alla gente donando la sua prima benedizione episcopale. E il successivo saluto non ha il sapore della formalità. I ringraziamenti vengono dal cuore, e si rivolgono (dopo il Signore Gesù e Maria) al Papa, “che mi ha affidato un incarico tanto prezioso quanto importante”, al cardinale Bagnasco “che nonostante i suoi numerosi impegni mi ha dedicato un po’ del suo tempo per quest’Eucaristia”, ai vescovi di Ventimiglia-Sanremo del presente e del passato, ai genitori, “che mi mancano in un momento così importante, ma oggi gioiscono dal cielo e continueranno a proteggermi”, al suo parroco della gioventù a Ceriana, ai sacerdoti della diocesi “che mi hanno sostenuto spiritualmente”, ai parrocchiani delle comunità da lui servite, e ai volontari che hanno allestito la “Cattedrale” nel Mercato dei fiori.
“Verrò a voi con semplicità ed umiltà”, si è poi rivolto ai fedeli della sua nuova diocesi, ricordando poi che “a Savona arriverà anche il Papa. Sarà motivo di grande gioia ma anche un evento da preparare bene, sotto il profilo spirituale”. E ha concluso invitando tutti ad aiutarlo “a realizzare quanto oggi ho promesso solennemente: di prendermi cura come padre di tutti, di accogliere in particolare i più poveri e di cercare gli smarriti”. Molti gli applausi.
La celebrazione era iniziata un po’ dopo le 16 nella Cattedrale “inventata” dalla diocesi di Ventimiglia-Sanremo nell’enorme e fredda struttura del Mercato dei fiori. All’inizio del rito il vescovo locale monsignor Alberto Maria Careggio ha rivolto ai presenti un saluto, ricordando i problemi e le caratteristiche del territorio e sottolineando “la gioia e il rammarico nel consegnare don Vittorio Lupi, sacerdote fedele, saggio, generoso ed intelligente, alla diocesi di Savona. Lo facciamo con animo sereno, perché siamo consapevoli che lui non dimenticherà le sue radici”.
A presiedere i riti dell’ordinazione episcopale è stato l’arcivescovo di Genova cardinale Angelo Bagnasco, che nell’omelia ha usato toni affettuosi e diretti, invitando monsignor Lupi a “stare in pace, non temere, perché non è una responsabilità che ti sei cercata”. Ha poi legato l’identità del vescovo alla figura di Cristo buon pastore (come suggeriva il Vangelo della Messa), osservando che l’umanità di ogni vescovo “deve lasciarsi trasfigurare perché possa trasparire il volto di Cristo. E’ la preghiera a donare al vescovo sentimenti di paternità che da solo non potrebbe raggiungere”.
Come il buon Pastore, anche il vescovo, secondo il cardinale Bagnasco, “deve stare davanti al gregge, per indicargli la strada, e proprio nel conoscere la strada è maestro, perché sa indirizzare a Cristo, all’amore che scalda il cuore e la vita”. L’arcivescovo ha poi messo in evidenza il ruolo del vescovo di “fondamento visibile dell’unità di una chiesa particolare”, notando come quest’unità “non sia il frutto della buona volontà dei singoli, ma coincida con Cristo, il dono per eccellenza da invocare in ginocchio come frutto dello Spirito Santo”.
In conclusione il cardinale ha invitato monsignor Lupi a vivere la paternità anzitutto con i sacerdoti, di accogliere i consigli e l’aiuto di tutti, e ha aggiunto: “Può sembrare che il vescovo viva una sostanziale solitudine ma non è così, perchè la sua vita è riempita da Colui che la guida nella verità ed affidata a quella particolare famiglia che è il popolo di Dio”. L’invocazione della Madonna di misericordia ha suggellato l’omelia di Bagnasco, che ha poi presieduto gli intensi e coinvolgenti riti d’ordinazione, abbracciando infine il suo nuovo confratello nell’episcopato.

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Tremilacinquecento persone, più di duecento sacerdoti e diaconi delle diocesi di Savona, Albenga, Ventimiglia e Genova, diciotto vescovi fra i quali tre predecessori di monsignor Lupi (Giulio Sanguineti, Dante Lafranconi e Domenico Calcagno), gli altri presuli liguri (per La Spezia c’erano l’emerito Bassano Staffieri e l’ordinando Francesco Moraglia), due piemontesi (Ravinale di Asti e Pacomio di Mondovì), due francesi (Monaco e Nizza), l’abate di Finalpia Romano Cecolin e il suo precedessore Placido Colabattista e anche il vescovo cappuccino d’origine malgascia Ferdinando Botzi. Insomma, il presbiterio allestito nel Mercato dei fiori di Bussana, con il baldacchino sormontato da quattro colonne ed addobbato con il motto del nuovo vescovo “Gressus meos dirige”, aveva pochi spazi liberi.
Che facesse freddo nell’enorme complesso lo si sapeva, e infatti la temperatura ha oscillato tra i 13 e gli 11 gradi. E dopo quasi tre ore di funzione il bisogno di scaldarsi diventava prioritario: gli organizzatori, prevedendolo, hanno provveduto a servire bevande calde agli intirizziti fedeli. Tra questi la sorella del nuovo vescovo, Giuliana, con la sua famiglia, diverse autorità politiche ed istituzionali come l’onorevole Claudio Scajola, il vicepresidente della Regione Massimiliano Costa, il sindaco di Imperia Luigi Sappa e, da Savona, il sindaco Federico Berruti e il prefetto Nicoletta Frediani. Numerose le rappresentanze, con in testa la parrocchia di Ceriana (quasi cinquecento persone), terra d’origine di monsignor Lupi.
La Messa è stata animata dalla Corale diocesana diretta dal maestro Davide Tepasso, autore di alcuni dei canti eseguiti durante la Messa. Spiccava la tromba solista: si sentiva la mano di un professionista, ed era infatti quella del primo maestro di tromba dell’orchestra del Carlo Felice di Genova. Il servizio liturgico era curato dal Seminario interdiocesano di Genova, sotto la guida di don Alessandro Ghersi. Sul presbiterio, infine, risaltavano all’occhio due effigi: la Madonna della Villa, statua molto venerata proveniente dalla chiesa di Ceriana, e il tipico Crocifisso processionale, appartenente alla confraternita di san Nicolà di Albisola superiore.

 

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Fotoservizio di Roberto Rossi

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